Disturbi di apprendimento

La Legge 8 ottobre 2010, nº 170 riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici di apprendimento, denominati “DSA”.

Si parla di DSA quando un bambino mostra difficoltà isolate e circoscritte nella lettura, scrittura e nel calcolo, in una situazione in cui il livello scolastico globale e lo sviluppo intellettivo sono nella norma e non sono presenti deficit sensoriali. Si manifestano nel bambino con adeguate capacità cognitive, uditive, visive, e compaiono con l’inizio dell’insegnamento scolastico.

Le valutazioni e la  diagnosi per i Disturbi Specifici dell’Apprendimento  vengono effettuate secondo i protocolli della Consensus Conference sui DSA (2007 – 2011): Colloquio preliminare con i genitori per raccogliere informazioni anamnestiche  sulle difficoltà presentate dal bambino e sulle esigenze della famiglia e della scuola, visita specialistica e valutazione clinica attraverso la somministrazione di test specifici, elaborazione della diagnosi clinica e di un piano di trattamento individualizzato.

Lo scopo di un trattamento rivolto ad un bambino con DSA include diversi aspetti quali:

  • favorire la migliore evoluzione delle competenze in esame, nonostante la presenza di uno specifico deficit
  • fornire strumenti e strategie per poter apprendere attraverso strade alternative a quella deficitaria
  • gestire nel modo migliore la situazione di difficoltà
  • evitare che si sviluppino altre forme di disagio

L’intervento specifico di riabilitazione comprende  un piano educativo specifico, sempre affiancato al trattamento psicologico dei disturbi secondari ai DSA e al monitoraggio costante dei progressi ottenuti attraverso  i colloqui con la famiglia e con la scuola.

Il tutor specializzato in DSA aiuta il bambino a sviluppare un metodo di studio efficace fornendo strumenti specifici e pianificando strategie utili, fornisce un supporto specifico nell’effettuazione dei compiti scolastici, sostiene l’alunno riguardo ai vissuti emotivi e motivazionali relativi alle sue difficoltà, potenzia le capacità di organizzazione rispetto ai compiti agevolandone l’autonomia, sostiene l’alunno nella regolazione del comportamento durante lo svolgimento delle attività didattiche pomeridiane, favorisce l’autocontrollo dell’attenzione e della motivazione.